Il glossario dell’abbigliamento
Su gentile concessione dell’ISGMD – Istituto Superiore Moda Design Grafica – di Lecco www.isgmd.it
Abito
Veste, vestito. Modo o foggia di vestire. Particolare tipo di abbigliamento che può variare a seconda della circostanza e assumere nomi diversi.Accappatoio
Il nome deriva da cappa. Viene realizzato in tessuto di spugna che ha la proprietá di avere un facile assorbimento dell’acqua e di asciugare perfettamente la pelle. Se ne ha notizia per la prima volta nell’elenco della raccolta dotale di Bianca Maria di Savoia, sposa nel 1512 di Massimiliano Sforza: i suoi accappatoi erano ricamati in oro.
Accessorio
Complemento dell’abbigliamento che assolve ad una funzione utile e decorativa, ad es: guanti, cravatta, foulard, cappello, ecc. Ogni accessorio deve essere accostato in modo armonico all’abito che si indossa rispettando l’abbinamento dei colori e lo stile dell’insieme.
Acetato
Filato o tessuto sintetico ricavato chimicamente dall’acetato di cellulosa. Si usa nella lingerie, nei costumi da bagno, in capi maschili e femminili come impermeabili e giubbotti. Il filo di acetato viene mischiato ad altre fibre per ottenere un aspetto lucido e setificato.
Acrilico
Fibra sintetica usata in tessitura e in maglieria da sola o in mischia con altre fibre. L’uso di questa fibra dà al prodotto un aspetto robusto e lo rende ingualcibile.
Allacciatura
Chiusura per abiti realizzata con asole e bottoni con alamari, con cerniere, ecc.
Alpaca
Pelo dell’animale omonimo della famiglia dei camelidi originario delle ande peruviane, impiegato nella fabbricazione di tessuti e filati che portano tale nome. Indica anche un tessuto di cotone e lana alpaca o lana di pecora adatto per fodere o abiti leggeri.
Angora
Si dice capre d’angora una razza di capre che produce un pelo lanoso, soffice, fine, lungo e lucente chiamato mohair. Più generalmente si definisce angora un filato ottenuto dal pelo lungo e soffice di una razza speciale di conigli detti “conigli d’angora”, ampiamente impiegato, sia puro sia in mischia con lana e poliammide, per la produzione di maglieria esterna da donna.
Anorak
Giacca a vento trapuntata, di origine eschimese, in pelle di foca, oggi in nylon, impermeabile, chiusa da una cerniera che va dai fianchi fino al collo e dotata di cappuccio.
Arabesco
Tessuto con disegni di stile arabo.
Arricciatura
Increspatura della stoffa ottenuta fissandovi una filza, un nastro, un cordoncino o stringendola con una cintura.
Asola
Cucitura eseguita attorno all’occhiello per renderlo finito e resistente al fine di far passare il bottone.
Astrakan
Pelliccia fornita da agnelli di razza Karakul, neri col pelo fine, lucido e minutamente ricciuto, allevati nelle steppe dell’Asia centro-orientale. Tessuto che imita nell’aspetto la pelliccia, prodotto originariamente nella città russa di Astrachan.
Autocoat
Soprabito o giaccone corto di foggia sportiva adatto alla guida dell’automobile.
Fascia ornamentale arricciata e cucita all’orlo di una gonna o di un abito. Le balze possono essere più di una e di lunghezza degradante in modo da costituire un motivo molto ricco e mosso.Banlon
Tipo di filato sintetico ottenuto attraverso un processo di arricciatura e brevettato da una ditta americana. Il tessuto realizzato con questo filo diventa elastico e la sua superficie crespata. Il filato viene usato soprattutto in maglieria e calzetteria.Basco
Berretto di panno blu, tondo, senza falde e visiera, con in cima un pippiolino della medesima stoffa. Oltre che in tessuto può essere realizzato in maglia.
Batista
Tessuto in lino o cotone molto fine e quasi trasparente, viene usato per camicie, fazzoletti e biancheria. Il nome deriva forse dal suo primo produttore: Baptiste de Cambrai, vissuto nel XIII secolo.
Bava
Filamento continuo emesso dal baco da seta per costruire il bozzolo. La bava è composta a sua volta da due filamenti incollati tra di loro detti “bavelle”.
Bavero
Risvolto del vestito, della giacca o del soprabito attorno al collo.
Beaver
Il significato inglese è castoro e indica una stoffa in lana pesante dall’aspetto morbido e vellutato come il pelo del castoro. Viene detto anche castorino.
Bedford
Tessuto molto resistente in lana a coste verticali utilizzato principalmente per confezionare pantaloni da equitazione.
Bermuda
Calzoni lunghi fino al ginocchio nati nelle isole omonime, usati come capo estivo, sia da uomo che da donna.
Bisso
Filamenti setosi e lucenti che secernono alcuni molluschi, come il mitilo e la pinna, per fissarsi al fondo marino. Possono essere tessuti come la seta, in una stoffa morbida e delicata di qualità rara e costosissima e che anticamente era riservata solamente ai re. Per estensione viene definito bisso un tessuto particolarmente fine e delicato in seta o lino.
Blazer
Tessuto a righe, o fasce verticali colorate, usato per giacche sportive distintive di certi colleges o clubs inglesi. Più comunemente indica la giacca di taglio ampio e sportivo insostituibile oggi in ogni guardaroba sia maschile che femminile.
Blouson
Giacca lunga fino ai fianchi dove si arriccia tramite una coulisse o una fascia. Generalmente chiusa da una cerniera come la giacca a vento o da una abbottonatura che arriva al collo.
Bolero
Giacca corta, tagliata alla vita, aperta sul davanti e senza allacciatura.
Bomber
Giubbotto corto ma abbondante di linea e di maniche, stretto ai polsi e alla vita da fasce in tessuto elasticizzato, chiuso da cerniera e realizzato in vari tessuti. L’origine di questo capo è militare e precisamente deriva dalle giacche a vento usate dall’aviazione inglese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Bretelle
Strisce in tessuto, pelle o elastico nate per sostenere le ampie gonne alla fine del ’700. Sono passate all’abbigliamento maschile con l’avvento dei pantaloni lunghi. Si incrociano a “y” sulla schiena e si agganciano sul davanti con asole e bottoni o con morsetti metallici. Sono state soppiantate dall’uso della cinghia tra gli anni ’20 e ’50, ma ritornano periodicamente in auge come accessorio dell’abbigliamento casual. Indispensabili sono invece con il frac e lo smoking.
Brillantina
Tessuto con le stesse caratteristiche del popeline, ma con piccoli disegni lucidi. Solitamente è realizzato in cotone.
Broccatello
Un broccato leggero con disegni lucidi su fondo opaco o viceversa (simile al damasco).
Broccato
Tessuto con motivo o figure a rilievo sul diritto. Solitamente prezioso per l’utilizzo della seta e di fili d’oro e d’argento è stato usato per abiti da sera fin da metà Ottocento.
Caban
Giaccone di foggia sportiva che risale originariamente alla divisa dei cocchieri inglesi dello scorso secolo, infatti “cab” in inglese significa carrozza. Oggi si presenta con spalle diritte, allacciato a doppio petto, stretto sui fianchi e sui polsi, spesso con pieghe sul davanti, incroci e sovrapposizioni.Cache-col
Sciarpa in seta o lana leggera, da annodare attorno al collo infilando i lembi sotto il colletto della camicia, in sostituzione della cravatta nell’abbigliamento maschile classico. Accessorio ora molto usato anche nell’abbigliamento femminile come il foulard.
Cachemire
Pelo della capra del Kashmir e del Tibet allevata anche negli altipiani dell’Asia centrale, nel Turkestan russo e cinese, in Mongolia e in India. E’ la fibra più ricercata e stimata per la sua morbidezza e finezza che genera calore solo al tatto. Il pelo viene ricavato mediante la pettinatura dell’animale e, al naturale, ha un colore che va dal bianco al giallo bruno chiaro. Viene usato per giacche, cappotti, maglie e sciarpe, puro o in mischia con altre fibre come la lana.
Cachemirette
Filato o tessuto misto cotone lana di mano morbida simile al cachemire, ma ovviamente molto meno pregiato.
Cachi
Tintura di color fulvo nocciola che dà ai tessuti una tonalità bruciata simile alla terra desertica. Originaria dell’lndia è stata usata per le uniformi coloniali.
Cadis
Tessuto di lana leggera cotone o seta leggermente follato e prodotto originariamente nel languedoc della Francia, usato soprattutto per abiti eleganti o da sera.
Caffetano
Veste lunga portata dagli arabi, di taglio ampio, con fascia in vita ed eventuali spacchi laterali.
Calico
Tela in cotone leggera stampata; originaria dell’India e precisamente della città di Calicut da dove prende il nome. Viene usata per fodere ed è molto apprettata.
Calotta
Berrettino, cappello senza tesa aderente alla testa come una cuffia, in tessuto, in maglia e anche a rete; zucchetto, papalina.
Calze
Nate per un uso solamente pratico, che era quello di proteggersi dal freddo, le calze hanno subito nei secoli le trasformazioni più varie. Inizialmente erano di stoffa, poi realizzate a mano con i ferri, finché nel 1589 William Loce inventò la macchina per fare la maglia. Furono quasi sempre in lana, cotone e seta fino all’arrivo del nylon dopo la Prima Guerra Mondiale. Le calze di nylon furono prodotte industrialmente verso il 1940. L’evoluzione tecnologica ha permesso di eliminare la cucitura realizzando una calza in un unico pezzo, perfettamente aderente e sufficientemente elastica.
Calzoni
Sinonimo di pantaloni. Vedere pantaloni.
Camicia
Termine usato fin dai tempi più antichi per indicare indumenti generalmente di materiale leggero, di foggia simile ad una tunica, da indossare sotto altri capi. Il modello tradizionale di camicia da giorno è abbottonato sul davanti, ha maniche lunghe chiuse da un polsino e colletto di varia foggia. Anche questo capo, basilare nell’abbigliamento non solo maschile, ma anche femminile, ha subìto le trasformazioni più varie, nel corso degli anni, in tutte le sue parti. Maniche aderenti o larghe, colletto piccolo o grosso, volume ampio o aderente, ma sempre un caposaldo della produzione tessile.
Cammello
La “lana cammello” si ottiene dal sottopelo dell’omonimo animale che in primavera si stacca naturalmente e viene recuperata dai raccoglitori di pelo che seguono le carovane. Il pelo più pregiato è quello del cammello che vive in Asia tra la Mongolia e il Golfo Persico. Il termine cammello indica il tessuto in pelo di cammello dal caratteristico colore naturale rossiccio solitamente cardato, follato e rifinito a pelo corto e morbido. Impropriamente si indicano come cammello tessuti, anche non pregiati, dal caratteristico color beige.
Canadienne
Giaccone pesante con collo e fodera in pelo, grandi tasche e cintura in vita, originariamente usato dai cacciatori canadesi.
Canapa
Fibra tessile estratta, mediante macerazione e battitura, dal libro della pianta omonima (cannabis sativa). Originaria dell’Asia Centrale è coltivata oggi in molte regioni a clima temperato o temperato/freddo, quali tutta l’Europa e l’Italia in particolare. Il filato che si ottiene è molto robusto e resistente ed è impiegato per tessuti sia da arredamento che da abbigliamento.
Cangiante
Tessuto che presenta diversità di colore fra i fili dell’ordito e quelli della trama per cui, guardandolo da differenti angolazioni, cambia tinta diventando quasi iridescente.
Canottiera
Maglietta di cotone o lana, senza maniche, molto scollata, simile a quella che portano gli atleti durante le gare di canottaggio. Usata come indumento intimo, da uomo ha mantenuto la foggia originale, mentre da donna si è modificata nei materiali (con l’avvenuto delle fibre sintetiche) e nella foggia: spalline più sottili, più o meno aderente nel volume, aggiunte di pizzi e ricami. Può essere usata anche come capo esterno estivo, ovviamente in colori più decisi rispetto a quelli dell’intimo.
Cappa
Ampio e lungo mantello che avvolge tutta la persona, ricadendo con un lembo dietro le spalle. Mantello da sera per signora in pelliccia, raso, velluto o altro tessuto elegante.
Cappello
Copricapo di diversa foggia e materiale. è stato un accessorio insostituibile dell’abbigliamento sia maschile che femminile subendo le trasformazioni più varie. Negli ultimi decenni è caduto un po’ in disuso, se non per occasioni particolari o per dettami di stile prettamente legati all’abito indossato nel momento.
Cappotto
Soprabito invernale di stoffa pesante con maniche lunghe. Vedere anche paletot.
Cappuccio – hood cowl (di frate)
Copricapo a forma di cuffia appuntita attaccato al collo dell’abito oppure staccabile mediante bottoni o cerniere. Tornato molto in voga negli ultimi anni costituisce anche un motivo ornamentale lasciato drappeggiato sulle spalle in un abito o in maglie leggere, mentre assume un aspetto più rigido e costruito in giacconi e cappotti.
Cardigan
Giacca di lana in maglia, di origine militare, indossata dagli ufficiali dell’esercito britannico durante la guerra di Crimea, deriva il suo nome da James Thomas Brudell, settimo Conte di Cardigan, che guidò la carica della cavalleria inglese. Diventato poi un classico fra i capi in maglia. Si presenta allacciato davanti, senza colletto e generalmente con scollo a “v”. Sostituisce la giacca nell’abbigliamento sportivo.
Casacca
Giacca ampia e con volume diritto e squadrato. Può essere stretta in vita da una cintura o lasciata fluttuante e morbida. Anticamente veniva indossata sotto l’armatura avendo, come molti altri capi di abbigliamento, un’origine militare.
Casual
Tipo di abbigliamento informale adottato negli anni Settanta e Ottanta oltre che per il tempo libero anche per ogni momento della giornata. Caratterizzato da capi comodi e di foggia sportiva, comprende scarpe, pantaloni (generalmente jeans) giacconi e maglieria.
Cerato
Filato o tessuto apprettato in modo da avere un aspetto molto lucido.
Cerniera
Chiusura metallica per abiti, calzature o borse costituita da un nastro di tessuto su cui vengono agganciati dentini di diversi materiali e dimensioni con un cursore che provvede all’apertura e alla chiusura, facendo innestare i dentini uno sull’altro. La corsa è limitata da un fermo inferiore e due fermi superiori. Fu inventata da Whitecomb Judson nel 1893, ma solo nel 1912 fu perfezionata in modo da diventare funzionale ed essere usata, prima per portafogli e borse da tabacco poi, alla fine della Prima Guerra Mondiale, nell’abbigliamento.
Cintura
Striscia di materiale vario, flessibile, usata per sorreggere le vesti all’altezza della vita o dei fianchi. Può essere realizzata in stoffa, pelle, metallo ed è forse il più antico ornamento di cui si abbia notizia: ci sono infatti pervenute immagini risalenti all’età del bronzo. Attraverso i secoli ha avuto alti e bassi nella moda, ma dal dopo-guerra ai giorni nostri è diventata un accessorio importante nell’abbigliamento maschile in quanto ha soppiantato le bretelle e un ornamento sempre più evidente nel modo di vestire femminile.
Colletto
Elemento dell’abito che circonda il collo realizzato in diverse fogge e identificato con diversi nomi.
ad aletta: usato generalmente nelle camicie si presenta rigido con il risvolto diritto e con le punte piegate verso l’esterno. Tipico delle camicie maschili dell’Ottocento, viene ora usato con abiti da cerimonia oppure nelle camicie da donna.
alla coreana: colletto rigido in piedi, aderente al collo, usato per giacche, abiti e bluse.
alla marinara: ripreso dalla divisa della Marina è un colletto ampio e squadrato che ricade sulle spalle mentre sul davanti si chiude con una scollatura a punta.
arrotondato: colletto piatto con le punte rotonde, ripreso dall’abbigliamento infantile, ha avuto molto successo nelle camicie e negli abiti femminili degli anni ’20; è stato spesso ripreso nelle epoche successive.
alla pierrot: colletto ampio e arricciato ripreso dal costume della popolare maschera francese.
button down: collo da camicia sportiva maschile con asole sulle punte, da allacciare a due bottoncini attaccati sul davanti.
a polo: collo rotondo e morbido usato nella maglieria di foggia sportiva con allacciatura a due-tre bottoni che si ferma sul petto.
a pellegrina: colletto ampio che ricade sulle spalle formando una piccola mantellina.
alla moschettiera: modello largo di taglio rotondo o quadrato, in pizzo, con ricami a traforo, tipico della moda seicentesca e ripreso in alcune camicie femminili dei giorni nostri.
a scialle: collo di abito, giacca, cappotto o maglia che copre a modo di scialle le spalle e si congiunge sul davanti incrociandosi leggermente
a dolce vita: usato in maglieria, è la continuazione dello scollo fino a formare una parte tubolare che ripiegata due o tre volte rimane alta, aderente e ricopre tutto il collo.
Completo –
Abito maschile o femminile realizzato in tutti i suoi componenti con il medesimo tessuto: pantaloni e giacca, gonna e giacca da donna (tailleur).
Corpetto – Corpino – waist coat (panciotto) bodice (parte superiore di abito femminile)
parte del vestiario maschile che si porta sotto la giacca e sopra la camicia: farsetto, panciotto.
Parte superiore di abito femminile strettamente aderente al petto.
Cotone – cotton
Fibra tessile ricavata dai peli che rivestono i semi della pianta omonima. Esistono cotoni di diverse qualità secondo la provenienza. Il più pregiato è il sea island, dalla lunga fibra setosa, che viene usato per le lavorazioni più raffinate. Il cotone egiziano chiamato anche jumel o moho è caratterizzato dalle sfumature del colore che vanno dal giallo al bruno. I cotoni peruviani, pregiati come l’egiziano, hanno l’apparenza della lana per cui sono spesso usati in miscela con tale fibra. Il cotone americano detto upland è a fibra corta e prende la denominazione dalla provenienza: Texas, Mississipi, Georgia, Orléans.
I cotoni indiani hanno fibra ancora più corta di quello americano e sono di qualità più scadente.
Cover – Covercoat
significa soprabito o spolverino ed indica anche il relativo tessuto di peso medio, realizzato con filati ritorti a più capi, simile al gabardine, ma più pesante. Viene usato per giacche, soprabiti e, una volta impermeabilizzato, per impermeabili.
Cravatta –
Banda di tessuto, di forma particolare, ben rifinita, da annodare attorno al collo sotto il colletto della camicia: è un complemento essenziale dell’abbigliamento maschile. Le origini della forma usata attualmente si possono far risalire al 1870 circa, mentre in precedenza esistevano ornamenti da collo chiamati ugualmente cravatta ma di forma diversa, per lo più da annodare a fiocco e con l’aggiunta di pizzi e ricami.
Cravattino – bow-
Piccola cravatta da annodare a farfalla. Vedere papillon.
Crepella – Crespo di lana – crape-cloth
Tessuto di vario peso, fabbricato con filati fortemente ritorti, piuttosto leggero e drappeggiante.
Crine – haircloth
pelo della criniera e della coda del cavallo, dell’asino, del mulo, usato per realizzare un tessuto rigido impiegato come supporto in sartoria.
Damasco – damask
Tessuto in seta brillante, lavorato su telaio jacquard con filati dello stesso colore nell’ordito e nella trama, ma con torsione e finezza diverse. Il risultato è un effetto di chiaro-scuro con disegni lucidi su fondo opaco o viceversa. L’origine di questo tessuto è cinese, ma Damasco ne divenne il centro di commercio più importante tanto da dargli il nome. Viene usato principalmente nell’arredamento, ma periodicamente la moda lo riscopre per giacche e capispalla eleganti.Damier
Termine francese che indica un tessuto a scacchi.
Degradé
Effetto di colore sfumato che degrada da un tono scuro fino a una tinta chiarissima.
Denim
Stoffa molto robusta di cotone fabbricata originariamente in Francia, a Nîmes: il serge de nîmes diventato poi denim. Si presenta con un ordito tinto in blu indigo e la trama in greggio per un effetto bicolore e diagonale da destra verso sinistra. E’il tessuto dei bluejeans.
Diritto
I tessuti hanno un diritto ed un rovescio. sono a due diritti se le facce sono uguali, a doppia faccia se hanno il diritto ed il rovescio diversi.
Donegal
Originariamente tessuto tweed irlandese fatto a mano; oggi viene fabbricato industrialmente sia cardato che semipettinato. La sua caratteristica è l’aspetto ruvido e la mano dolce con tanti bottoncini colorati sulla superficie. Generalmente è un tessuto invernale per giacche e cappotti, ma oggi viene prodotto anche in versione estiva.
Doppiopetto – double – breasted
Tipo di allacciatura usata per i capispalla nella quale si sovrappongono le due parti del davanti e si chiudono con due file di bottoni.
Double face
Letteralmente doppia faccia. Consiste in un tessuto con diritto e rovescio di aspetto diverso, ma ugualmente utilizzabili come diritto del capo da realizzare. Solitamente in lana cardata molto morbida, viene utilizzato per cappotti.
Drap
Termine francese per indicare un tessuto di lana morbido, lucido, a pelo liscio e setoso che viene utilizzato per abiti da sera maschili, come lo smoking e il frac.
Drill
Tessuto molto robusto e pesante simile al denim, di solito bianco o cachi, di cotone, utilizzato per divise militari o coloniali e per abiti maschili e femminili estivi.
Drop
La differenza, espressa in centimetri, tra la semicirconferenza del torace e la semicirconferenza della vita (drop 8, conformazione snella; drop 6, conformazione regolare; drop 4, conformazione robusta).
Elastico – rubber band
Conosciuto da tutti come un nastro costituito di fili di cotone, o altra fibra, e fili di gomma. Può dirsi anche di qualsiasi tessuto o filato che abbia una certa elasticità dovuta al tipo di lavorazione o all’inserimento di fili elastici. Tali tessuti hanno avuto una fortuna particolare negli ultimi anni grazie alla moda stretch.
Entre – deux
Fascia di pizzo inserita fra due lembi di tessuto; costituisce una decorazione per abiti, camicie, biancheria.
Difetto del tessuto che si dice quindi fallato.Fantasia – fancy
Tessuto a colori vivaci o comunque disegnato: scozzese, rigato ecc.
Filato per maglieria dalla superficie mossa e lavorata per effetti particolari e fantasiosi.Felpa – plush
Tessuto di seta, lana e soprattutto di cotone, molto peloso, come il velluto, ma più morbido. Il pelo può essere diritto o inclinato solo da una parte, viene chiamato anche peluche.
Maglia sportiva, nata come abbigliamento da ginnastica e ora diventata di uso comune sia durante il tempo libero che in ogni altro momento della giornata. Molto in voga in questi ultimi anni con disegni e scritte di vario stile stampate sul davanti.
Felpato – plushy
Tessuto con lato peloso ottenuto con una forte garzatura, molto morbido e cedevole usato per tute e felpe.
Feltro – felt
Manufatto di lana pressato e robusto, ottenuto mediante la compattazione delle fibre. Con le tecnologie di oggi si possono ottenere feltri anche con fibre diverse dalla lana: cotone, raion, pellicce. Generalmente usato per i cappelli, viene utilizzato anche per cappotti, giacche e gonne.
Fibre tessili – textil Fibre
sostanze prodotte dalla natura o dalla chimica che per la loro forma, struttura e proprietà si prestano a essere trasformate in filati e in tessuti.
Sono fibre naturali quelle prodotte dalla natura.
Fibre chimiche quelle ottenute in parte o totalmente mediante processi chimici.
Fibre artificiali quelle tratte da sostanze fibrose già esistenti in natura e solo modificate dalla chimica.
Fibre sintetiche quelle ricavate da sostanze non presenti in natura, ma prodotte dalla chimica per sintesi.
Filato – yarn
Insieme di fibre tessili unite tramite torsione in modo da ottenere un corpo lungo, continuo e flessibile adatto a essere intrecciato per la produzione di tessuti, maglieria, pizzi, ecc.
Filo – thread
Insieme di fibre continue, con o senza torsione.
Finanziera– frock coat
Detta anche stiffelius o prefettizia era una giacca lunga a un petto indossata nell’Ottocento e nei primi del Novecento da magnati della finanza, da deputati, ministri o anche da funzionari come divisa.
Fiocco – flock
Stato in cui si trovano le fibre prima della filatura: alla rinfusa, non orientate parallelamente.
Flanella – flannel
Tessuto caratterizzato dalla superficie uniforme e pelosa e dalla mano morbida e calda. Può essere pettinato o semipettinato, follato e garzato, e costituisce un classico fondamentale dell’abbigliamento. La materia prima può essere diversa: lana, ordito in cotone e trama in lana o interamente in cotone. La flanella in cotone è molto soffice e ha un aspetto simile alla felpa, ma ne differisce avendo tutte e due le superfici pelose.
Folk – folk
Stile di abbigliamento, ripreso dal costume popolare, che consiste in capi dell’aspetto povero e semplici di fattura. Gonne lunghe arricciate, camicie larghe di tela indiana con decorazioni, ricami e stampe ispirate ora al costume russo o all’Europa dell’est, all’India, ai pellerossa, oppure all’abbigliamento popolare tirolese.
Foulard
nome francese che significa sciarpa e fazzoletto da collo. Viene indossato ripiegato a triangolo e posto sul capo oppure appoggiato sulle spalle. Con il ritorno del classico il foulard ha riacquistato importanza come accessorio, soprattutto se firmato. Indica inoltre un tessuto molto leggero in seta, cotone e fibre sintetiche con il quale si fabbricano foulards, abiti femminili, vestaglie e cravatte. Viene detto poi pettinato foulard un tessuto in lana pettinato leggero per abiti maschili estivi.
Fourreau
Termine francese che significa fodera, guaina. nella moda indica un abito molto aderente.
Frac – frac
Abito del guardaroba maschile dell’800 ma già usato nel ’700 in tessuti in tinta unita, nei colori che vanno dall’azzurro, al verde, al bronzo scuro per la sera.
Solo nella seconda meta’ dell’800 assume l’aspetto a noi noto: capo elegante nero costituito da giacca a falde lunghe con il dietro separato da uno spacco, chiamato “coda di rondine”, da portare con pantalone a tubo, gilet in piquet bianco e cilindro.
Fresco – Fresco-lana
Tessuto pettinato in tinta unita di lana per abiti estivi da uomo e da donna. Ad armatura tela, piuttosto aperto e aerato viene fatto con filati ritorti a 2 o 3 capi che lo rendono particolarmente ingualcibile e resistente.
Fusciacca – broad sash
Larga e lunga cintura in stoffa da avvolgere attorno alla vita. Largamente usata nell’abbigliamento maschile nel 1600 e in quello femminile nel 1700 in tessuti preziosi o con pizzi e ricami.
Fustagno – fustian
Tessuto di cotone garzato, peloso sul diritto e ruvido sul rovescio, molto robusto e compatto. Nell’aspetto è simile alla pelle scamosciata e viene usato per pantaloni sportivi e giubbotti.
Gabardine– gabardine Tessuto pettinato in tinta unita ad armatura diagonale e struttura molto serrata. E’ caratterizzato da costine diagonali molto inclinate, più marcate sul diritto che sul rovescio e da una superficie ben rasata che conferisce una particolare lucentezza al tessuto. Viene fabbricato in lana, misto lana o cotone, con pesi diversi in modo da essere usato per capi sia estivi che invernali. Trova il suo impiego in pantaloni, gonne, soprabiti, impermeabili, ecc.Garza – gauze
Tessuto molto leggero, trasparente e solido caratterizzato da alcuni fili di ordito detti “a giro” perchè hanno direzione curvilinea e si spostano ora a destra, ora a sinistra. Trova impiego nell’abbigliamento, soprattutto in camiceria.
Garza inglese
Si differenzia dalla garza normale per un doppio filo di ordito che “gira” attorno ai fili di trama; evita lo scorrimento e dà al tessuto stabilità e solidità. Viene fabbricata in seta per veli e cravatte, in cotone per abiti, in fibre sintetiche per arredamento.
Giacca – jacket
Indumento sia maschile che femminile che ricopre il busto, abbottonato sul davanti e lungo fin sotto la vita. Esiste in diverse fogge e rappresenta uno dei capisaldi della storia dell’abbigliamento.
Giacca a vento – realizzata in tessuto impermeabile, imbottita, chiusa da cerniera sul davanti e dotata di cappuccio, è nata per essere usata in montagna o per escursioni a bassa temperatura; oggi viene usata come capo sportivo anche per l’inverno in città’.
Giacca alla coreana – Caratterizzata dalla linea diritta e larga e dal piccolo colletto teso in piedi, può avere una allacciatura centrale o su un lato. Vedere collo alla coreana.
Giacca alla marinara – simile a quella usata dagli ufficiali di marina in color blu scuro e con bottoni di metallo dorato.
Giacca alla cacciatora – Capo sportivo in velluto o fustagno.
Giacca sahariana – Vedere sahariana.
Gilé -Gilet – waistcoat Indumento maschile senza maniche che si indossa sulla camicia e sotto la giacca; il modello classico è confezionato per lo più con lo stesso tessuto dell’abito sul davanti, mentre la parte posteriore è in seta o in altro tessuto leggero, l’allacciatura è frontale, lo scollo è a “v” e ha due piccole tasche ai lati. Può essere realizzato anche in tessuti lucidi e decorati, in velluto o in maglia. E’ stato adottato anche dall’abbigliamento femminile diventando un completamento del tailleur oppure un complemento informale e disinvolto.
Giubbotto – jacket bomber
Vedere bomber.
Gros grain – Tessuto con pronunciate nervature nell’ordito ottenute con un effetto di armatura o con l’impiego di filati ritorti di titolo diverso. Le fibre usate sono la seta, il rayon o altri filati sintetici per l’ordito e il cotone per la trama. Viene usato per confezioni femminili o nella modisteria.
Simile al tessuto esiste in produzione un nastro utilizzato per guarnizioni.
Guanti – glowes
Indumenti antichissimi, se ne ha notizia in alcuni episodi mitologici e ne sono stati scoperti esemplari nella tomba di Tutancamen.
Fin dalle loro origini hanno rappresentato un segno di distinzione legato al rango e al potere di chi li portava e solo in seguito sono diventati. In Italia si fabbricavano guanti profumati e anche “avvelenati” alla moda di Cesare e Lucrezia Borgia.
All’epoca del Re Sole nascevano i mitains: mezzi guanti che coprivano il dorso e il palmo della mano lasciando libere le dita per mostrare preziosi gioielli.
Famosi i guanti alla moschettiera con una imboccatura molto ampia, in sintonia con quella degli stivali.
Nel ’700 erano abilissimi e ricercati i guantai napoletani; con l’impero i guanti, realizzati in capretto e con tenui ricami fatti con i capelli, diventavano lunghissimi e coprivano tutto il braccio fino alle ascelle. Qui si distinguevano i guantai parigini che iniziavano a firmare ogni loro creazione.
Solo in questo periodo i guanti cominciavano a diventare utili per scaldare le mani: si iniziava a fare i mezzi guanti in maglia da tenere in casa.
Nell’ ’800 i guanti femminili costituivano veri oggetti di tortura tanto erano stretti, secondo la moda per cui piedi e mani dovevano apparire piccoli.
Nella belle époque i guanti da sera ritornavano lunghissimi e affusolati con una fessura all’altezza del polso per essere sfilati più comodamente.
Nascevano poi i primi guanti sportivi, in pelle e in altri materiali e si diffondevano quelli in maglia.
Harris tweed
tweed originale in lana scozzese prodotto nelle isole Ebridi, di ottima qualità e dal caratteristico disegno spigato. Si differenzia dal normale tweed per la mano particolarmente ruvida..
Husky
Giacca in nylon matelassé allacciata con bottoni automatici o cerniera, con o senza maniche, collo a punta di dimensioni ridotte e generalmente rivestito in velluto a coste.
Nato come capo sportivo da equitazione o da caccia ha avuto in questi utimi anni un successo tale da divenire uno dei modelli più diffusi dell’abbigliamento autunnale, sia da uomo che da donna.
Imbastitura – tacking basting
Cucitura molto semplice che serve come unione provvisoria fra le varie parti di un capo. Si esegue prima della cucitura definitiva per poter apportare delle modifiche.
Impermeabile – rain coat
Capo per la pioggia realizzato in tessuto impermeabilizzato, presente nel guardaroba sia maschile che femminile. Trae origini dall’abbigliamento marinaresco inglese e furono proprio gli inglesi a perfezionare questo indumento portandolo come sopravveste da viaggio fin dall’inizio del 1700. Due ditte si specializzarono nella produzione di impermeabili: Burberry e Aquascutum. Burberry ne produsse anche un tipo per gli ufficiali inglesi destinati alle trincee delle Fiandre. Nacque così il modello militare, diventato poi di uso comune in tutto il mondo, con spalla doppia, bavero voluminoso, cinturini al collo e ai polsi, spalline, cintura con fibbia, ma da allacciare disinvoltamente con un nodo.
Impermeabilizzazione – water proofing
Trattamento a base di sostanze idrofughe, emulsioni di paraffina, sali di alluminio, ecc. mediante il quale l’acqua scivola via dal tessuto senza penetrare. Il tessuto che ha subito questo trattamento si dice impermeabile.
Impuntura – fine stitching
Cucitura costituita da punti dati all’indietro e serve come decorazione o per unire più saldamente due parti dell’abito.
Ingualcibile – creaseless
proprietà naturale dei tessuti di lana di non gualcire dovuta all’elasticità delle fibre. Tale pregio può essere conferito a tessuti di altro genere mediante trattamenti chimici o applicazioni di resine.
Intarsio – inlay
Lavorazione a maglia mediante la quale si ottengono disegni di grandi dimensioni su entrambe le facce del tessuto.
Intimo
indica genericamente i capi dell’abbigliamento interno, come boxer, slip, reggiseni, sottovesti, calze, ecc.
Irrestringibilità – unshrinkable
Proprietà ottenuta mediante un trattamento che rende stabili le dimensioni del tessuto e degli articoli finiti sotto l’azione del lavaggio. Tale pregio rimane permanente se il trattamento viene effettuato sulla fibra.
Macò – makò
Termine che indica un cotone finissimo a fibra lunga.
Madras
Il tessuto originario, fabbricato su telai a mano nell’omonima città dell’India, era leggero, di cotone molto fine e trasparente come un velo. Quello, invece, maggiormente conosciuto oggi e usato in abbigliamento per camiceria, abiti femminili e giacche estive, è un tessuto di cotone con disegni a righe e a quadri realizzato con filati molto colorati.
Maglia – stitch
Intreccio ottenuto con un filo continuo in speciali telai dove il filato, ripiegato su sè stesso, forma un’asola chiamata “maglia” che si concatena alle altre mediante il movimento degli aghi del telaio. Più maglie formano a loro volta i “punti” (punto diritto, punto rovescio, punto rasato, punto a legaccio, punto a tela, punto a freccia). Il prodotto è caratterizzato dalla sua elasticità e dalla possibilità di essere modellato su misura per la realizzazione di maglie, pullovers, ecc… può essere impiegato un filato di qualsiasi fibra.
Indumento realizzato a maglia di foggia e materiale diversi. (vest jersey)
Maglione -sweater – Pullover
maglia piuttosto pesante, generalmente in lana con maniche lunghe, usata per la comoda vestibilità e per ripararsi dal freddo. I modelli possono essere differenti ed essere caratterizzati dal tipo di collo, di maniche, dal punto impiegato per la lavorazione.
Manica – sleeve
Parte dell’abito che copre tutto o in parte il braccio.
Diverse sono le fogge che si sono affermate attraverso i secoli per questo elemento utile e contemporaneamente molto decorativo dell’abbigliamento sia maschile che femminile.
La manica spesso ha segnato uno stile in un’alternanza di modelli ampi ed elaborati e di modelli semplici ed essenziali.
manica ad ala: molto corta, parte dalla spalla con una forma quasi triangolare formando un’aletta leggermente rigida e sollevata, e copre minimamente la zona superiore del braccio. Si usa per abiti e bluse estive.
manica alla giapponese o a kimono: priva di taglio, viene ricavata in un solo pezzo dal tessuto che forma il davanti e il dietro dell’abito. Usata per giacche, cappotti, abiti e maglie.
Manica a palloncino: molto vaporosa, si restringe sopra il gomito o a metà braccio formando un arricciatura rigonfiata a palloncino, trattenuta da uno stretto polsino. Usata per abiti e camicie femminili fin dall’inizio dell’Ottocento.
manica a prosciutto o a gigot: molto aderente dal polso al gomito.Si allarga con una specie di pallone dal gomito alla spalla dove si attacca con un’arricciatura o una pieghettatura. Nata nell’Ottocento, ha avuto un certo revival negli anni sessanta e settanta.
manica a raglan: attaccata alla base del collo con cuciture a raggiera che arrivano fino all’ascella, permette una grande comodità di movimento. Usata soprattutto per soprabiti e cappotti, ma poi adottata anche per altri capi e in maglieria.
manica a pipistrello: viene tagliata in un solo pezzo con la parte superiore dell’abito sagomando un ampio giro manica che dal punto vita raggiunge il polso. molto in voga negli anni trenta è stata ripresa negli anni ottanta soprattutto in maglieria.
manica shirtwaist: è la foggia tipica della manica delle camicie da uomo.
Mantello – cloack cape
soppravveste ampia e lunga, senza maniche e solitamente con cappuccio, si appoggia sulle spalle e si allaccia sotto il collo con un fermaglio a catenella. in voga in tutto l’Ottocento è tornata molto di moda negli anni sessanta per il giorno, mentre costituisce un elemento classico come soprabito da sera, anche da uomo.
Marsina – tail coat
Capospalla maschile da cerimonia con lunghe falde a coda di rondine. Vedere frac.
Martingala – half belt
Cintura applicata sul dietro di giacche e cappotti dello stesso tessuto del capo di cui fa parte. Ha una funzione decorativa e pratica e può essere regolabile mediante fibbia o bottoni.
Melange – melange
Insieme di filati di diverso colore le cui fibre sono state mescolate prima della filatura, cioè allo stato di fiocco, per dare un effetto fuso e sfumato.
Merino
Razza di pecore spagnola dalla quale si ricava una lana finissima e pregiata.
Tessuto leggero spinato a due diritti realizzato con lane di qualità fine e finissima.
Micron
Unità di misura delle finezze delle fibre tessili. Corrisponde a un millesimo di millimetro.
Mohair
Pelo soffice e lucente della capra d’angora caratteristico per la sua morbidezza e sericità. Allevata da oltre 2000 anni in Turchia, oggi si trova soprattutto in Sud Africa e nel Texas. La fibra più pregiata proviene dal kid mohair, il capretto di un anno dal pelo liscio, lucido e vaporoso. Viene utilizzato per filati pettinati e in maglieria miscelato a lana e fibra poliammidica.
Monopetto
Abbottonatura semplice con un’unica fila di bottoni sul davanti per capispalla e abiti.
Montgomery
Modello di cappotto provvisto di cappuccio e con allacciatura ad alamari usato dagli uomini della marina inglese e dal generale B.L. Montgomery, capo delle forze britanniche durante la seconda guerra mondiale, è diventato un capo molto usato e presente in diversi periodi nel guardaroba sia maschile che femminile.
Montone – ram
Pelle di montone conciata e tinta, con il pelo tosato e pettinato, usata per realizzare capispalla molto resistenti e caldi. Modello di ispirazione nordica è in auge nella moda dagli anni sessanta, con un grande revival negli anni ottanta per merito di una sapiente lavorazione delle pelli che ha permesso di realizzare capi leggerissimi e di perfetta fattura ma ugualmente caldi ed ingualcibili.
Mostrina
vedere risvolto.
Mussola – muslin
Tessuto leggero e morbido, quasi trasparente, di seta, cotone o lana, fabbricato originariamente a Mossul, città dell’Iraq dalla quale prende il nome. Trova largo impiego in tutto l’abbigliamento. Mussolina è una mussola più leggera.
Nervatura – ribbing
Increspatura usata per decorare le maniche, il corpetto e lo sprone di un abito.
Nido d’ape – nest
Tessuto di lino, cotone o lana con disegno geometrico a righe in rilievo alternate a incavi incrociati diagonalmente, tali da ricordare l’alveare delle api.
Nobilitazione
Con questo termine si indicano tutte le operazioni e i trattamenti eseguiti su tessuti e filati, prima dell’uso finale, per migliorarne o semplicemente modificarne l’aspetto e le qualità.
Nylon
Fibra tessile sintetica ottenuta chimicamente per sintesi e successiva estrusione eseguita sulla macromolecola precedentemente resa liquida per fusione. Possiede ottime proprietà meccaniche e la sua termoplasticità consente pieghettature, testurizzazione e stabilità contro le gualciture.
Occhio di pernice
Disegno per tessuti realizzato alternando in trama e ordito due fili chiari con due scuri. Si ottengono così piccolissimi punti, quasi rotondi, che recano al centro un punto chiaro su fondo scuro, vagamente simile all’occhio della pernice.
Ondé
Filato fantasia con effetto di onda ricavato per ritorcitura.
Operato
Tessuto a disegni non stampati ma ottenuti con intreccio di fili di diverso colore. Termine usato anche genericamente per indicare tutti i disegni realizzati con macchina jacquard.
Ordito – warp
Insieme di fili, solitamente più ritorti e resistenti rispetto la trama, che formano la lunghezza della stoffa.
Orlo
Rifinitura della parte finale dell’abito, eseguita ripiegando all’indietro la stoffa e trattenendola con piccoli punti dati all’interno.
Ovatta – cotton – wool – wadding
Materiale usato in sartoria per imbottire, simile al feltro, ottenuto da fibre corte di cotone o cascami.
Oxford
Tessuto in puro cotone nel quale l’incrocio fra la trama bianca e l’ordito in un altro colore forma un caratteristico disegno a minuscoli quadrettini. Viene usato in camiceria ed è un classico dell’abbigliamento maschile.
Oxford bags
Pantaloni lanciati dagli studenti di Oxford negli anni venti. Erano molto larghi di gambale ed avevano il risvolto, l’orlo misurava di larghezza circa cinquanta centimetri. Il modello è stato ripreso varie volte dalla moda femminile proponendolo anche negli ultimi anni.
Paletot – Paltò – overcoat heavy coat
Capospalla invernale che trae origine dalla redingote settecentesca. Il termine indica capi di varia foggia ma comunque di tessuto pesante e usati come sopravveste per ripararsi dal freddo.
Panama – Panama – panama hat (cappello panama)
Tessuti in lana, cotone o in altre fibre, usati sia nell’abbigliamento che nell’arredamento, realizzati con una speciale armatura che raddoppia in pari numero i fili di ordito e i fili di trama. Con la stessa armatura si realizzano anche i cappelli in tessuto o paglia da cui trae il nome il “cappello panama”.
Panciotto – waistcoat
Indumento maschile senza maniche e con abbottonatura sul davanti da indossare sopra la camicia e sotto la giacca. Vedere gilè.
Panno – wollen cloth (stoffa)
Tessuto di lana follato, garzato e pressato, reso particolarmente lucido con il finissaggio.
Pantaloni– trousers
Capo di antica origine derivato forse dalle brache indossate dai barbari. Rappresenta un capo basilare nell’abbigliamento sia maschile che femminile nelle varie fogge assunte nel corso del tempo. I modelli che si avvicinano di più a quelli moderni si possono far risalire circa alla metà del secolo scorso quando infatti appaiono i primi pantaloni da uomo di linea diritta e lunghi fino alla caviglia. Per le donne bisogna aspettare fino agli anni venti per poter asserire che il pantalone sia diventato un capo di uso comune in pubblico anche se prima c’erano state apparizioni sporadiche di donne famose come George Sand o Sarah Bernhardt che li avevano indossati suscitando critiche da parte dei benpensanti.
Le fogge più innovative apparvero però negli anni sessanta, quando la moda ruppe con tutti gli schemi fino ad allora prefissati, creando una vera e propria rivoluzione stilistica che culminerà nel decennio successivo quando i pantaloni entrarono veramente in modo preponderante nell’abbigliamento femminile sia casual che elegante.
pantaloni a tubo o a sigaretta: attualissimi ai nostri giorni da donna, hanno una linea stretta e affusolata con un piccolo spacco nell’orlo in basso.
pantaloni a zampa d’elefante o a campana: in voga negli anni sessanta sia da uomo che da donna, erano molto aderenti sulla coscia per scendere poi dal ginocchio fino all’orlo in modo svasato. Esistevano in questo modello anche i blue jeans a vita bassa portati dai giovani, tornati sporadicamente oggi di moda, e un modello più classico di pantalone o jeans che pur mantenendo una larghezza normale nella parte alta e la stiratura a piega scendevano ugualmente larghi verso il basso.
pantaloni a sbuffo: linea molto ampia e arricciata sui fianchi si restringeva in modo aderente dal ginocchio alla caviglia creando un notevole contrasto fra la parte alta e quella bassa della gamba. Questo modello è stato molto in voga negli anni settanta.
pantaloni da cavallerizzo: nati come modello da equitazione sono tagliati molto larghi ai fianchi secondo una linea arrotondata e sporgente verso l’esterno, ma piatta sul ventre, per poi restringersi al ginocchio e scendere aderenti fino alla caviglia e allacciarsi al piede con una staffa o con una abbottonatura a polsino. Un modello simile è stato di moda negli anni cinquanta e sporadicamente negli anni ottanta.
pantaloni alla goaucho: molto ampi in fondo e lunghi fino a metà polpaccio erano in voga negli anni sessanta da donna portati con stivali e cinturone con allacciatura in vita molto allentata su un’ampia camicia.
pantaloni alla mammalucca o alla turca: tagliati molto ampi e abbondanti nel cavallo, arrivano come lunghezza fino quasi alla caviglia. Ispirati dalle braghe portate dalle donne turche hanno costituito un capo da sera particolare in diversi periodi di questo secolo.
pantaloni alla zuava: nati come capo da indossare per attività sportive e molto usati dagli anni venti agli anni quaranta, sia da uomini, che da donne, hanno un taglio abbastanza ampio e si rimborsano leggermente appena sotto il ginocchio trattenuti da una piccola fascetta allacciata da un bottone o una fibbia.
pantaloni da sci: molto aderenti ed in materiale elasticizzato lasciano completa libertà di movimento senza scivolare sulla gamba grazie ad una staffa elastica che gira attorno al piede. Nati verso il 1930 si sono evoluti fino ai giorni nostri nei materiali sempre più elaborati tecnicamente, nelle fogge e nei colori. Sono stati l’ispirazione per un modello di pantalone molto in voga ai giorni nostri chiamato fuseau.
Papillon
Cravatta da uomo da annodarsi a fiocco rigido e da portarsi con un abbigliamento elegante e formale. Viene chiamato anche cravatta a farfalla.
Passafino
Nastro o tessuto leggerissimo che si applica alle vesti per nascondere le cuciture o rinforzare gli orli.
Passamano – braid
Nastrini, fettucce, cordoncini, galloni applicati ad una veste come ornamento o per nascondere le cuciture. Si dice anche passamaneria.
Pellegrina – pelerine tippet
Mantello variamente composto, sia da uomo che da donna in voga nell’Ottocento, ma derivato da modelli in uso fino dal Medioevo come semplici mantelline o colletto detto appunto “a pellegrina” usato nel 1600 in Olanda. Verso la fine del secolo scorso aveva un largo bavero che copriva le spalle arrivando fino al gomito o addirittura al polso. Poteva essere semplice o facente parte di un abito o di un mantello, era lungo sul davanti mentre il dietro arrivava al punto vita. Il tessuto era solitamente di lana pesante per l’inverno, ma esisteva anche il modello estivo in pizzo ornato da ruches.
Pelliccia – fur
Capospalla confezionato con la pelle di animali vari trattata in modo che il mantello pilifero mantenga le sue caratteristiche di morbidezza e lucentezza. Divenuta di moda nel diciannovesimo secolo ha subito le varie influenze di stile di tutto l’abbigliamento portando in auge alcuni tipi di pelo ed eclissandone altri. Grande interesse ha suscitato in questi ultimi anni la pelliccia sintetica, chiamata ora pelliccia ecologica. Nata negli anni sessanta è stata perfezionata tecnicamente nelle ultime collezioni di moda e, sfruttando con essa la sensibilità del pubblico verso i problemi ambientali, si è creato un prodotto molto particolare ed economico.
Pettinato – combed carded
Filo e tessuto di lana sottoposto a pettinatura. La caratteristica è una superficie sempre liscia e lucida.
Pied de poule
Tessuto con il caratteristico disegno a “zampa di gallina” ottenuto ordendo e tessendo quattro fili chiari e quattro fili scuri. Viene usato per gonne, pantaloni e capispalla nei caratteristici colori bianco e nero e bianco e marrone.
Pilling
Caratteristica tendenza dei manufatti tessili a formare palline, groppetti e bottoni costituiti dalla peluria che si stacca per l’usura e lo strofinio.
Pince – pleat
Piega pinzata, realizzata in vari punti dell’abito: alla vita o al seno (nell’abbigliamento da donna) per modellarlo meglio.
Piquet
Tessuto di cotone generalmente bianco o chiaro caratterizzato da una superficie a rilievo formata da piccole coste. Viene usato nell’abbigliamento femminile e nell’arredamento.
Plastron
Cravatta da cerimonia larga da annodare in modo particolare. Vedere ascot. Pettorina di rinforzo messa nel davanti del capospalla classico termoinfustato.
Plissé – pleated
Tessuto pieghettato con cuciture o con una stiratura “permanente” a macchina che rende le pieghe resistenti all’uso e al lavaggio. Il tessuto già pieghettato viene usato per gonne e abiti o per la parte frontale delle camicie, sia da uomo che da donna.
Pois – polka dot
Tessuto con un disegno a pallini o a punti piuttosto grossi ma sempre rotondi.
Polo – polo – shirt
Modello di camicia, blusa o maglia con collo aperto e con abbottonatura che arriva fino a metà petto.
Poncho – poncho
Mantello di origine sudamericana ottenuto da un telo quadrato con un foro al centro per infilarvi la testa. Divenuto di uso comune negli Stati Uniti alla fine degli anni quaranta è tornato in voga negli anni sessanta, secondo i dettami dello stile folk allora molto seguito dai giovani.
Popeline – poplin
Tessuto leggero e fine di lana destinato originariamente solo al Papa e prodotto nella città papale di Avignone. Attualmente indica un tessuto molto compatto finissimo e sottile caratterizzato dall’ordito più fine della trama. Viene fabbricato con diversi filati: seta, seta-cotone, lana, lana-seta e fibre artificiali, ma quello più noto è in cotone mercerizzato. Viene largamente impiegato in camiceria e anche per giacche e spolverini estivi.
Principe del Galles – prince of wales
Famosissimo tessuto, da uomo e da donna, cardato e pettinato, dal caratteristico disegno scozzese a quadri piccoli dentro quadri più grossi con aggiunta di numerose varianti che vanno dalla combinazione millerighe con effetto a stella o pied de poule, o grisaglia con disegno damier. I filati impiegati sono di solito bianchi e neri o bianchi e marroni con l’aggiunta di un altro colore come il rosso o il blu per delimitare il disegno dei quadri grandi. Ne risulta un effetto sportivo ed elegante contemporaneamente; fu lanciato dal principe di Galles, futuro Edoardo VIII d’lnghilterra, dal quale ha preso il nome.
Pullover – pullover
Maglione in lana a manica lunga e con scollo a “v” nel modello più classico. Nella dizione comune viene abbreviato in pull e indica di solito magliette e maglioni per la mezza stagione.
Quadro – chequered (a quadri)
Disegno a quadri su tessuto ottenuto con l’incrocio di filati colorati alternati, in trama e in ordito, a filati di altro colore. Se i quadri sono pieni, a scacchi, si parla di damier, se sono piccoli si chiamano quadrettini, se hanno un disegno elaborato si tratta di principe di Galles o tartan, se sono grandi si chiamano finestre.
Raglan – sleeve
Vedere manica.
Raion – rayon
Nome convenzionale che indica le fibre artificiali a base di cellulosa. Vedere viscosa.
Rasatello
Tessuto in cotone dalla superificie liscia e lucente solo da un lato, usato in abbigliamento e arredamento. Nella confezione indica anche la fodera per le tasche e le cinture dei pantaloni.
Rasato – satin
Dicesi di tessuto pettinato che ha subìto una cimatura a fondo al fine di eliminare qualsiasi peluria.
Raso – satin
Cotone makò mercerizzato e viscosa per un filato lucido e setoso.
Raso
Armatura per tessitura chiamata anche satino per cui i tessuti che utilizzano tale intreccio si presentano lisci, rasati e con una lucentezza serica questo effetto è dovuto al fatto che i punti di legatura sono ridotti al minimo e quindi non producono effetti di grana caratteristici delle tele, ma, sempre per questo motivo, sono più delicati e sensibili al logorio.
Rat musqué – musk-rat
Tipo di pelliccia abbastanza economica ricavata dal topo muschiato un topo roditore che vive in Unione Sovietica, Canada e Stati Uniti, ed ha un pelo molto morbido e resistente di colore bruno scuro.
Ratinatura – Operazione di finitura destinata ai tessuti invernali pesanti per cappotti che dopo essere stati garzati per estrarre una abbondante peluria, vengono strofinati fino ad ottenere piccoli fiocchi e nodi, oppure effetti ondulati nelle diverse direzioni. Un tessuto ratinato famoso è il Casentino.
Redingote – frock – coat
Attualmente indica una linea di capi femminili aderenti sul petto e alla vita e svasati sul fondo. Nel Settecento era un soprabito indossato dagli uomini per cavalcare e nell’Ottocento entrava a far parte del guardaroba femminile sempre come soprabito, aderente alla vita, doppio collo risvoltato e abbottonatura sul davanti.
Revers – cuff (risvolto della manica)
Risvolto, di solito riferito al bavero della giacca e del soprabito.
Reversibile – reversible
Capo che può essere indossato sia al diritto che al rovescio. Vedere double face.
Ruche
Guarnizione increspata e arricciata con un volant da applicare alla scollatura, ai polsini o all’orlo.
Sahariana giacca usata dalle truppe coloniali realizzata in cotone pesante o lino o in velluto a coste impermeabilizzato. Presenta un taglio ampio, lunghezza ai fianchi, collo a camicia, tasche applicate sul petto e a soffietto sui fianchi, cintura in vita e maniche lunghe con fibbie ai polsi. Il modello è diventato di uso comune e fa parte dell’abbigliamento casual.
Tipo di armatura impiegata nei tessuti di lana e caratterizzata da andamento diagonale, da un diritto e da un rovescio. Dall’armatura saia derivano infiniti disegni e intrecci fra cui tutti i classici dell’abito maschile.
La migliore qualità di cotone egiziano.
Originariamente tuta da lavoro con pantalone ampio, pettorina sul davanti e bretelle, diventata oggi un capo di abbigliamento casual realizzato principalmente in denim.Satinato – sanited
Tessuto che ha subito la calandratura e che risulta perciò lucido.
Sbieco – bias
per La realizzazione di alcuni modelli di abiti che necessitano di una caduta facilmente drappeggiabile è necessario tagliare la stoffa in diagonale e non seguendo il diritto filo.
Sciarpa – scarf
Lungo pezzo di tessuto o di maglia da avvolgere attorno al collo, per ripararsi dal freddo, realizzato in lana, in seta o in altri tessuti leggeri.
Scollatura – scollo – necklin
Taglio per l’apertura del collo nell’abito o nella maglia fatto per far passare la testa. Può aver diverse forme più o meno larghe dettate oltre che dalla comodità anche da esigenze stilistiche. La scollatura rotonda o quadrata o a forma di cuore prevede un taglio semplice e lineare; la scollatura a barchetta viene usata soprattutto in maglieria e va quasi da una spalla all’altra ed ha la stessa profondità sia sul davanti che sul dietro; a “v” ha un’apertura triangolare sul davanti più o meno profonda; all’americana invece lascia scoperte le spalle e la schiena avvalendosi di un’allacciatura dietro il collo per i due pannelli anteriori dell’abito che coprono il seno.
Scozzese – scottish
Tipico tessuto pettinato o cardato di peso medio, a quadri con colori vivaci, di origine scozzese e oggi fabbricato ovunque. Il disegno distingue gli abiti dei vari clan scozzesi, alcuni dei quali, come il Balmoral, sono irriproducibili, perchè esclusivi della casa reale inglese. vedere tartan.
Seta – silk
fibra tessile prodotta dal baco da seta, bombyx mori, mediante emissione, attraverso un orifizio della testa, di una sostanza secreta nel suo stomaco. Può essere greggia o tratta, costituita dai filamenti continui che si ottengono dipanando i bozzoli;
chappe o fioretto, costituita dai cascami provenienti dai bozzoli avariati e da altri scarti; bourette, costituita dalla peluria proveniente dai cascami della lavorazione;
cruda, se non sottoposta a sgommatura;
addolcita o semicotta se sottoposta a leggero lavaggio in acqua calda;
cotta se sottoposta a un trattamento più energico in acqua bollente;
caricata, se sottoposta a trattamento con sali per renderla più pesante.
I paesi maggiori produttori di seta sono Cina e Giappone, mentre l’Italia da discreto produttore di materia prima, è diventata leader nella fabbricazione di Ttessuti in seta di qualità e gusto elevatissimo.
Shantung
Tessuto di seta tussah, proveniente dalla regione cinese di Chang-toung, a superficie ruvida con nodi e grumi. Quello originale, pregiatissimo, era realizzato con bave doppie emesse contemporaneamente da due bachi e caratterizzato dalla notevole irregolarità dovuta alla presenza di fiammatura e bottoni. Attualmente il termine viene esteso a tutti i tessuti, in seta e non, che riproducono l’aspetto irregolare dello shantung.
Shetland
Lane molto pregiate fornite da una razza di pecore allevate nelle omonime isole della Gran Bretagna. Il prodotto ricavato ha una mano soffice, un aspetto leggermente peloso e particolarmente lucente e se ne trae un tessuto o una maglieria cardata con una superficie ruvida e caratterizzata dai lunghi peli resistenti e che rimangono del colore naturale perchè non assorbono la tintura.
Short – short
Letteralmente significa corto e indica i pantaloncini corti da uomo e da donna.
Silhouette
Linea dell’abito espressa graficamente con il suo contorno globale.
Sintetiche – synthetic
Fibre tessili ottenute attraverso procedimenti di sintesi chimica sulla base di varie materie tra cui principalmente i sottoprodotti della distillazione del carbone e del petrolio. Si producono sotto forma di filamenti o di fiocco e vengono classificate in: poliammidiche (lilion, nailon, perlon), poliestere (movil, meraklon, politene, ecc.), poliacriliche (acrilon, orlon, leacril, permalon, ecc.).
Smoking – smoking
Completo maschile da sera costituito da giacca nera (anche blu o bianca nei paesi caldi) con risvolti in raso e abbottonatura a un petto; pantaloni in tinta con piccola striscia di raso che corre lungo l’esterno del gambale completato da camicia bianca con collo ad alette, papillon e mocassini in vernice.
Smoking jacket
Vestaglia da camera maschile derivata da una giacca da casa dell’Ottocento realizzata in seta, velluto o broccato e decorata con passamaneria e bottoni importanti.
Soprabito – overcoat
Cappotto leggero per la mezza stagione.
Spacco – vent
Parte di giacca, gonna, soprabito, solitamente verso l’orlo in basso, non cucita per dare larghezza al capo.
Spallina – shoulder – strap
Striscia di tessuto o di materiale elastico che serve per sorreggere abiti, sottovesti, reggiseni, ecc. striscia di tessuto collocata sulle spalle di giacche o cappotti militari per trattenere l’equipaggiamento, adottata poi dalla moda con una funzione puramente decorativa. Spallina imbottita. Cuscinetto imbottito da cucire sotto la spalla di diversi capi per conferire più volume e importanza alla struttura.
Sparato – shirt – front
Davanti della camicia da sera da uomo irrigidito tramite forte apprettatura.
Spencer
Giacca lunga fino alla vita mono o doppio petto indossata dagli uomini nel diciottesimo secolo. All’inizio del secolo scorso entrò a far parte del guardaroba femminile come giacchino che arrivava appena sotto il petto, da portare per il passeggio oppure, da sera, sopra il vestito. Ai nostri giorni lo spencer è un capo principalmente da donna, ma è stato riscoperto anche in alcune occasioni per l’abbigliamento maschile nelle collezioni di pochi anni fa.
Spinato – spinapesce – herring – bone – twilled
Disegno base dei tessuti cardati o pettinati, fabbricati su armatura saia invertendo ad intervalli la direzione delle diagonali in modo da imitare le lische dei pesci o le spighe del grano. Gli spinati sono molto impiegati sia in laneria che in drapperia per soprabiti e cappotti.
Sportwear – sportwear
Indica l’abbigliamento da giorno e i capi indossati separatamente, cioè’ senza formare un completo.
Spugna – sponge – cloth
Tessuto di cotone caratterizzato da una superficie a riccioli che lo rende spugnoso e adatto ad asciugamani e accappatoi.
Stampa – printing
Operazione praticata su tessuti, filati e maglieria per imprimere disegni e colori. Si realizza con un procedimento di stampa simile a quello usato su carta, con l’uso di cliché e di colori particolari adatti ai tessuti e poi fissati per renderli indelebili al lavaggio e all’usura.
Stampato – printed
Tessuto i cui disegni non sono stati realizzati con la tessitura, ma con il procedimento della stampa.
Stone washed
Trattamento che si effettua sul tessuto di cotone, in pezza o in capo finito, per fargli assumere un aspetto usato e vissuto. Tale trattamento ad esempio si esegue sul denim, il tessuto dei jeans, con un energico lavaggio in acqua e con sfregamento di pietra pomice che graffia la superficie.
Strass
Pietre false o perline cucite sull’abito al fine di realizzare un disegno decorativo.
Sretch
moda degli anni ottanta che consiste in abiti, gonne, pantaloni, giacche, realizzati in tessuti elasticizzati e quindi dalla linea molto aderente al corpo.
Sweater
termine inglese che indica un pullover dalla foggia piuttosto ampia, in lana pesante.
tessuto di peso medio, su armatura tela, a struttura molto serrata, quindi quasi rigida, solitamente in seta. Veniva usato per fare sottovesti, mentre oggi indica anche un tessuto in fibre sintetiche adatto per foderami.
caratteristico disegno e quindi tessuto delle stoffe scozzesi, distintivo delle singole casate attorno alle quali si raggruppa in “clan” la popolazione. Se ne conoscono numerose varianti fra le quali: Drese Stewart, con quadri rosso, verde e blu su fondo bianco; Mc Donald con quadri a fasce verdi e blu; Buchanan con piccoli quadri multicolori; Royal Stewart fondo rosso vivo con incrocio di fasce verdi e blu; Menzies scacchi a fasce bianche e nere. E’usato in laneria e per la realizzazione dei tipici gonnellini scozzesi chiamati kilt.Tasca – pocket Parte dell’abito destinata a contenitore per piccoli oggetti costituita da un pezzo di stoffa cucito a sacchetto secondo le diverse fogge dettate dalla moda e dallo stile d’insieme del capo. Può essere applicata, tagliata, a soffietto, con alette, ecc.
Taschino – small pocket
Tasca di piccole dimensioni, generalmente posta sulla parte alta della giacca come contenitore per il fazzoletto.
Tela – cloth
armatura fondamentale, la più semplice perchè ogni filo di ordito si intreccia con ogni filo di trama ad ogni incrociarsi. E’quindi anche molto robusta e resistente; il diritto è uguale al rovescio e la superficie un po’ opaca. Le tele possono essere piene e compatte, ma anche aperte, rade, a seconda del risultato che si vuole ottenere. Viene fabbricata con qualsiasi fibra, ma l’impiego più diffuso è nella biancheria in lino o cotone e nei tessuti leggeri estivi.
Termoadesivo
Tessuto di rinforzo, in cotone o fibre artificiali che presenta da un lato una resina distribuita uniformemente e che, fondendo per effetto del calore del ferro da stiro o di una pressa, viene applicato sui tessuti per rinforzarli o conferirgli corpo.
Tessitura – weaving weave Intreccio di due serie di fili, una forma l’ordito, l’altra la trama secondo il disegno di armatura prestabilito.
Tight
Abito maschile da cerimonia costituito da giacca nera o grigio scuro monopetto, con la parte posteriore a code arrotondate e falde davanti sfuggenti all’indietro. I pantaloni sono in tessuto grigio gessato o spinato, a pince e piega davanti, sostenuti da bretelle coperte da un gilè grigio perla. L’abbigliamento è completato da camicia bianca con colletto ad alette e polsini doppi trattenuti da gemelli, cravatta di tipo plastron e cappello a cilindro.
[mezzo] Tight Completo da cerimonia di più’ recente istituzione e meno impegnativo: prevede una normale giacca monopetto nera su pantaloni grigi gessati o spinati.
Trama – weft – woof – filling
L’insieme dei fili che corrono perpendicolarmente a quelli dell’ordito e formano l’altezza della stoffa. Sono di solito meno ritorti e meno forti di quelli dell’ordito.
Trench
Cappotto di origine militare (abito da trincea) nato nell’Ottocento, con spalline e doppio carrè sulle spalle. Nell’abbigliamento attuale viene realizzato generalmente come impermeabile in modelli sia femminili che maschili.
Tricot
termine francese che significa maglieria.
T.shirt
Maglietta di cotone molto semplice dal caratteristico taglio a t, indossata in origine dai soldati della prima guerra mondiale. Diventata uno dei capi basilari dell’abbigliamento disinvolto può essere portata all’esterno in modelli più elaborati con disegni, stampe e ricami, oppure anche come capo interno sotto camicie o pullover.
Tubolare – tubular
Tipo di lavorazione a maglia ottenuto con l’impiego di macchine circolari a diametro differenziato che producono tessuti tubolari di varie larghezze, corrispondenti ciascuno ad una taglia definita. La confezione dell’indumento avviene poi senza tagliare ai fianchi il tessuto, modellandolo solo nell’attaccatura delle maniche e all’altezza dello scollo.
Tunica – tunic
Indumento degli antichi; oggi abito corto dritto o lungo trattenuto o meno da una cintura alla vita.
Tuta – overalls
Pantalone e blusa in un solo pezzo nato come abito da lavoro e realizzato in cotone pesante o denim. Il taglio piuttosto comodo e abbondante e la lunga chiusura a cerniera che va dall’inguine al collo facilita i movimenti e la possibilità di indossarlo anche sopra altri indumenti. La moda ha fatto suo il modello proponendo dagli anni sessanta ai giorni nostri una grande quantità di tute in tutti i materiali possibili e decorandole con tasche, cinture e applicazioni.
Tuta sportiva:
Prende il nome di tuta sportiva un completo formato da pantaloni e casacca usato dagli atleti per le pratiche sportive e oggi diventato un capo di moda casual.
Tuxedo – smoking jacket
Giacca maschile da sera che prende il nome dal Tuxedo Club, un club privato sul lago Tuxedo nel New Jersey. Vedere smoking.
Twinset
Completo formato da due pezzi generalmente di maglia: cardigan e maglia a girocollo con maniche lunghe o corte.
Tweed
Nome di un fiume della Scozia meridionale nelle cui vallate, ricche di grandi allevamenti di pecore, venivano filati e tessuti a mano le prime stoffe di lana cardata dal caratteristico aspetto ruvido, grossolano a puntini multicolori. Tessuto usato per capispalla da uomo e da donna fin dalla fine dell’Ottocento, viene oggi fabbricato a macchina nei diversi tipi, una volta tessuti a mano..
Unisex
Moda concepita negli anni sessanta per essere adottata sia dagli uomini che dalle donne. I capi di questo guardaroba erano però quelli maschili che venivano proposti e accettati dal mondo femminile: pantaloni, giacche, gilè, giubbotti, ecc. poco successo ha avuto infatti una gonna da uomo proposta a metà anni ottanta, quando ormai la moda unisex era, con le dovute modifiche per l’uno e l’altro sesso, universalmente accettata.
Unito
Tessuto o filato a un solo colore.
Velluti – velvet
In genere tutti i tessuti doppi che presentano una superficie di fitto pelo perpendicolare alla stoffa, lisci, compatti e brillanti, vengono identificati come velluti. Però sono da considerarsi falsi velluti quelli ad armatura semplice, il cui pelo vellutato deriva da operazioni di follatura, garzatura, cimatura, spazzolatura come ad esempio il beaver, il velour e le varietà di fustagno. I veri velluti sono tessuti composti da un tessuto di fondo e da fili supplementari di ordito che poi vengono tagliati, formando il corto pelo. Un altro modo per ottenere i velluti è quello detto “a pezza doppia” con un ordito comune ad entrambe, poi tagliato a metà. Velluto a coste: è un’altra variante del tessuto e può essere ottenuta sia per effetto di tessitura, sia per procedimento di spazzolatura, ceratura, calandratura. Si presenta con coste in rilievo ed è molto più resistente del velluto liscio.
Velo – voile
Tessuto leggerissimo, trasparente, fabbricato con fibre naturali, artificiali o sintetiche.
Velour
Tessuto generalmente cardato, pesante, soffice e morbido, a superficie garzata e cimata, con effetto di velluto a pelo fitto e corto. Viene usato per cappotti.
Velvet
Velluto realizzato in maglia con un filato simile alla ciniglia, ma più compatto e con mano morbidissima.
Vigogna – vicuna
Termine derivante dall’animale omonimo, ma con il quale, nel caso specifico, non ha niente a che fare. Di fatto indica un tessuto cardato, di peso medio prevalentemente in tinta unita grigia, fortemente follato, fabbricato di solito con lana rigenerata o con scarti di lavorazione.
VIgoreux
filato ottenuto da tops sottoposti alla “stampa vigoreux” (dal nome dal suo inventore). Con questo metodo il nastro di fibre viene tinto a tratti, per cui il filato che si ottiene presenta un effetto melange molto regolare.
Viscosa – viscose
Sostanza ricavata dalla cellulosa e sottoposta a trattamento fisico-chimico con solfuro di carbonio e soda caustica, dalla quale si ricava la fibra artificiale detta raion-viscosa. Viene commercializzata sotto forma di filo continuo o di fiocco, ha buona tenacità, stabilità termica e idrofilia. Viene impiegata da sola o in mischia con altre fibre naturali o sintetiche.
Viyella
Nome commerciale di un tessuto di lana e cotone usato nel secolo scorso per realizzare camicie da notte e l’intimo da uomo. Durante gli anni sessanta e settanta il tessuto venne usato per realizzare camicie da giorno con classici disegni a righe o quadri.
Volant
Decorazione di stoffa arricciata e increspata e applicata ai bordi degli abiti.
Wash and wear
Dicitura inglese che significa “lava e indossa”, divenuta di uso universale. Indica i tessuti di fibre sintetiche, oppure trattate con appretti speciali che, dopo il normale lavaggio, asciugano rapidamente e non necessitano di stiratura.
Waterproof
Indica i tessuti impermeabili, letteralmente “a prova d’acqua”.
Yak
Bovide che vive nelle regioni dell’Himalaya a oltre 4000 metri di altezza dal cui sottopelo si ricava una fibra tessile molto apprezzata per la preparazione di tessuti per coperte finissime e per la realizzazione di filati per maglieria simili come pregio al cammello o al cashmere.
Tipo di cucitura a punto annodato i cui punti sono disposti in diagonale anzichè in linea retta. Si usa per le orlature che acquistano così una certa elasticità e, se visibile sul diritto del capo, può avere anche un effetto ornamentale.